Una delle peggiori forme di disinformazione nel campo della dietetica è quella di classificare gli alimenti in “consentiti” e” vietati” senza prendere in considerazione le quantità di assunzione. Porto un esempio: in caso di ipercolesterolemia la mozzarella di vacca che contiene 46 mg di colesterolo per 100 gr di prodotto è considerata “consentita” mentre il pecorino romano con 90 mg per 100 gr. è considerato “vietato”. È facilmente comprensibile, però, che, quando si mangia la mozzarella in quantità doppia rispetto a quella del pecorino romano, si assume un quantitativo di colesterolo superiore. Di questi esempi se ne possono portare migliaia e tutti fanno comprendere come questa suddivisione di comodo in alimenti “buoni” e “cattivi” abbia il solo scopo di evitare di parlare delle giuste quantità di assunzione. Chi ragiona secondo questa logica dicotomica spesso tende ad assumere gli alimenti ritenuti “consentiti” senza porsi alcun limite, andando facilmente incontro al sovrappeso e alle problematiche correlate.